Nella categoria "opere" viene presentata una selezione, sia pure ampia, delle opere di Carlo Zara, realizzata con criteri sicuramente discutibili e personali, come del resto sono sempre le modalità con le quali viene fatta una scelta, ma sicuramente in grado di dare sia una visione complessiva dell'opera dell'Artista, sia il suo personale sviluppo partendo dai primi disegni a china noti dal 1970 circa, per arrivare all scelta dell'informale in età matura, quando evidentemente il chiaro e nitido messaggio del segno era non solo non più necessario ma addirittura superfluo.
Per comodità di lettura le opere sono state suddivise in categorie e sottocategorie, iniziando con i disegni a china il primo dei quali giunto fino a noi è del 1976 ed appartiene alla categoria della satira. Anche il primo acquerello, dell'anno successivo, è dedicato alla satira, tema che era particolarmente congeniale al carattere ed all'umore di Carlo Zara.
Sottocategorie
Grafica
Carlo Zara nasce disegnatore, Tono Zancanaro ha più volte sottolineato l'abilità grafica e l'inventiva dell'autore di questi disegni, inventiva che nasce dalla curiosità e dalla cultura di un uomo inserito nella vita del suo tempo ma contemporaneamente schivo, un osservatore esterno che osserva il mondo come uno scienziato guarda nel microscopio.
I disegni di Carlo Zara nella sobrietà della linea pura, raramente aiutata da un tratteggio o da un chiaroscuro, danno uno spaccato realistico e crudele della vita di tutti i giorni, l'utilizzo del colore, sia nel monocromo rosso della china rossa sia nell'ampio utilizzo dell'acquerello, anziché ammorbidire la lettura dell'immagine la rende più fantastica, più realistica, più crudele.
Non c'è spazio per la falsa bontà dei moralisti di qualsiasi "chiesa".
Pittura
Carlo Zara nasce come grafico e disegnatore, la sua natura lo porta ad esprimersi prima di tutto con la linea ed il solo nero della china, per poi aggiungere nel tempo la carica che viene portata dall'uso del colore, e quindi matura la passione dell'acquerello, dove già a partire dagli anni '90, con il ciclo di acquerelli raggruppati nel ciclo "Macchie di colore" , ma anche già nei "Cubi" , emerge dal lavoro di Zara la necessità di esprimersi non più con il segno, che semplifica la trasmissione del pensiero dall'artista allo spettatore, ma con le tonalità di colore che esprimono sentimenti e motivazioni, interpretati dallo spettatore non sulla base di un messaggio segnico chiaramente codificato, ma sulla base della sua sensibilità e cultura nella lettura delle composizioni cromatiche create dall'artista.